Antonella Padovani

Nata a Roma nel 1967, Antonella Padovani è un’artista emergente residente a Todi (PG). L’onnivoro istinto alla creazione ha reso possibile una produzione continua che investe molteplici superfici con una ricca produzione anche nel campo del design d’interni.

Partendo dall’uso degli strumenti artistici canonici con un approccio figurativo al disegno e alla pittura, la sperimentazione – dispiegata parallelamente su forma e materia – si è resa via via più intensa e mutevole. Al coinvolgimento di materiali diversificati quali carte da riciclo, gesso, cemento e differenti tipologie di legno, Antonella utilizza svariati e inaspettati strumenti operativi al fine di ottenere il risultato auspicato. Tuttavia, ancor prima della ricerca tecnica, fondamentale è il forte legame che l’artista intrattiene con la superficie di lavoro: uno schermo evocativo di immagini a cui intrecciare il vissuto personale nonché una fonte rigenerativa di senso resa parlante tramite l’intervento tecnico, che spesso ne capovolge gli aspettati effetti. Del resto, il “non-visto”, l’indiscreto promettono riflessioni che dal materiale si estendono alle proprie esperienze di vita fino a cogliere e sintetizzare quei “destini generali” che accomunano il Vivente. Così, scendendo ad un livello di lettura più profondo, si è colti da una vera ed inscindibile coesione tra materia e intervento tecnico: neanche lo stadio più originario della creazione inizia senza che l’artista abbia prima visionato il supporto di lavoro. Tutto nasce in sintonia con – o direttamente nella – sua matericità, la sua vita. Tale riconnessione presiede ogni intenzione operativa laddove la ricerca del vitale risponde anche al tentativo di assicurare la sopravvivenza ad oggetti e superfici a cui è stata imposta – più o meno deliberatamente – una data di scadenza: cruciale è dunque per Antonella intendere la creazione anche come mediazione tra l’essere e il nulla, riqualificativa dunque del tanto abusato termine di “riciclo”.

Da qui si muove la sua recente ricerca sul legno Osb (Oriented strand board) dalla potenziale deriva operativa nella pittura, nella scultura e nel design d’interno. Una superficie che conserva per stratificazione una struttura quasi algoritmica, già di per sé disegnata nel parzialmente casuale orientamento permesso dai frammenti in fase di pressatura. A conferire logica interviene di nuovo la mediazione artistica che consente l’emersione morfologica del supporto restituendo allo stesso forza tridimensionale, in definitiva presenza. Il frammento, attraverso il tratto pittorico, riacquista dunque valore nell’insieme di forme che lasciano duellare il figurativo e l’astratto.

Dal 2012 è attiva in mostre personali e collettive umbre tra Terni, Perugia e Assisi. Nel 2016 ha esposto a Venezia a Palazzo Zenobio e nel 2017 a PaviArt.

Recentemente è stata selezionata dalla Fondazione Amedeo Modigliani per il progetto Tributo Amedeo Modigliani 2020 con la sua opera “Le dormienti”, visibile sul sito ufficiale della Fondazione.

OPERE